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Martignac, Jean Baptiste-Sylvère Gay visconte di.

Uomo politico francese. Durante la Rivoluzione fu segretario di Sieyes; si dedicò poi alla professione di avvocato. Nel 1814 fu fra i sostenitori dei Borboni e durante i Cento Giorni favorì la fuga della duchessa di Angoulême. Nel 1815 ottenne il posto di avvocato generale alla corte reale di Bordeaux e nel 1819 quello di procuratore generale a Limoges; nel 1821 riprese l'attività politica con l'elezione a deputato della Camera e nel 1822 gli venne conferito il titolo di consigliere di Stato; l'anno dopo accompagnò il duca di Angoulême in Spagna per una missione diplomatica a seguito della quale gli venne conferito il titolo di conte. Dopo la caduta di Villèle (dicembre 1827) nel nuovo ministero, di cui egli in realtà teneva le fila, ottenne il portafoglio degli Interni. La sua politica in questo periodo fu improntata a un cauto liberalismo ma alcuni suoi provvedimenti, quali l'abolizione della censura, la restaurazione della libertà di stampa, i progetti di riforma comunale e dipartimentale, gli costarono l'opposizione di Carlo X che, con l'appoggio dei Gesuiti, colpiti dalla disposizione contro gli ordini religiosi, lo sospese dal suo incarico affidandolo al reazionario Polignac (agosto 1829). Dopo la Rivoluzione di Luglio fu tra i legittimisti, subendo per questo un processo. Autore di numerose opere politiche e storiche, il suo nome rimane in questo campo legato a due importanti studi: Bordeaux au mois de mars 1815 (1830) ed Essai Historique sur les révolutions d'Espagne et l'intervention française de 1823 (1832) (Bordeaux 1778 - Parigi 1832).